Il colloquio criminologico è lo strumento principale finalizzato a evincere le qualità della personalità di un soggetto indipendenti da cause patologiche, partendo dall’analisi dell’ambiente di appartenenza, dalle modalità relazionali, dalla costellazione di motivazioni, risorse, bisogni, valori, desideri personali, dalla rappresentazione di sé e degli altri significativi, dalla dinamica e dall’eziologia del reato.
E’ importante considerare che il colloquio non si esaurisce esclusivamente all’atto dell’incontro tra il criminologo e il soggetto, ma può essere inteso in una prospettiva processuale che parte al momento della pianificazione del colloquio stesso e si conclude con le valutazioni successive effettuate dal professionista. Nello specifico si individuano tre macrofasi caratteristiche di questo processo, una di tipo “valutativo”, una di tipo “predittivo” e l’ultima “indicativa di trattamento”.
La prima macrofase si articola nei momenti di:
- Indagine relativa alla criminogenesi: ricerca e valutazione dell’insieme degli elementi facilitanti che hanno contribuito alla genesi del reato. Si parla di fattori individuali, sociali, ambientali, situazionali che hanno inciso in maniera differenziale sulle scelte portate avanti dal soggetto.
- Indagine relativa alla criminodinamica: comprensione puntuale dell’intero processo individuale psico-motivazionale culminante nell’atto criminoso, più l’effettivo andamento/articolazione dei momenti pre-intra-post crimine in un’ottica globale e non esclusivamente ristretta ai singoli eventi fattuali.
- Condizione attuale, situazione giuridica e permanenza in carcere: valutazione della condizione attuale del soggetto dal punto di vista individuale e giudiziario; stima dell’andamento di un eventuale stato di detenzione.
La seconda macrofase è caratterizzata dalla valutazione del rischio di recidiva del soggetto. Quest’ultima può essere effettuata in maniera quantitativa o qualitativa in base agli strumenti testistici o di diverso tipo a disposizione del criminologo. In particolare sarà necessario focalizzare l’attenzione su vari fattori tra i quali si ricordano: la tipologia di reato commesso, la precocità del disadattamento, la presenza di ideali antisociali e di tecniche di neutralizzazione o disimpegno morale, l’appartenenza a subculture differenziali, l’ambiente di vita, la possibilità concreta di reinserimento sociale, la dipendenza da alcol o sostanze stupefacenti, la stigmatizzazione, l’esclusione sociale, specifiche problematiche di ordine psicologico (individuabili grazie al lavoro di equipe con psichiatri e psicologi).
La terza macrofase è infine quella indicativa del trattamento. Sulla scorta dei dati ottenuti nei primi due stadi sarà possibile valutare ed elaborare indicazioni trattamentali finalizzate a intervenire in maniera individualizzata sul soggetto, il tutto diretto al recupero e al successivo reinserimento sociale.
E’ possibile inoltre scandire il colloquio in fasi pratiche che riprendono in maniera riadattata il modello del colloquio psichiatrico di Sullivan. Tali fasi non sono relative al colloquio inteso in un’ottica allargata e processuale (quello presentato precedentemente) ma a momenti individuabili all’interno del colloquio propriamente detto, inteso come incontro definito tra due soggetti messo in atto per ottemperare a una specifica finalità. I quattro momenti quindi sono:
- Accoglienza/apertura: vengono curati aspetti inerenti la presentazione tra le parti, il joining, l’esplicitazione delle motivazioni dell’incontro, la valutazione della veridicità delle informazioni già in possesso del criminologo.
- Riconoscimento: raccolta di tutte le informazioni biografiche del soggetto, nello specifico dell’insieme di dati psico-sociali, ambientali, situazionali e relazionali.
- Indagine dettagliata: raccolta di dati inerenti il reato (scansione eventi, rapporto con la vittima, dinamica, atteggiamenti e motivazioni), la situazione giuridica, la condizione attuale, la permanenza in carcere e le aspettative nei confronti del proprio futuro.
- Chiusura: viene effettuato un breve sunto delle peculiarità riscontrate, sono sottolineate ulteriormente le finalità del colloquio per evitare distorsioni nella comprensione delle stesse e si discute in merito a eventuali prossimi incontri.