Daniel Schacter, professore di psicologia presso la Harvard University, nel suo libro the Seven Sins of Memory: How the Mind Forgets and Remembers ha indicato i modi principali attraverso i quali la memoria fallisce e può tradire.
I primi tre dei sette peccati della memoria sono considerati generalmente delle carenze da omissione, tipiche soprattutto della fase di recupero del ricordo, e sono:
- Labilità: si riferisce a un indebolimento della memoria che rende difficoltoso recuperare ciò che è stato fatto in passato, soprattutto se codificato in situazioni abituali o se sono intervenute interferenze di tipo proattivo o retroattivo.
- Distrazione: è legata a un’inadeguata attenzione, presupposto fondamentale e indispensabile per creare il ricordo, verso l’elemento da codificare. La stessa risulta invece focalizzata su preoccupazioni o situazioni differenti che costituiscono un fattore di distrazione.
- Blocco: è l’incapacità momentanea di recuperare l’informazione necessaria al momento utile. La traccia di memoria risulta quindi temporaneamente inaccessibile. Questa situazione può essere ricondotta al classico esempio del nome che non si è in grado di ricordare ma che è presente “sulla punta della lingua”.
I successivi tre peccati invece fanno riferimento a carenze da commissione, tipiche di errori più o meno specifici che non inibiscono il processo di recupero della memoria ma impattano sulla fase di decodifica della traccia, che risulta essere modificata o alterata. Questi sono:
- Errata attribuzione: le informazioni sono messe in connessione a una fonte o a un contesto errato. Spesso si verifica quando l’elemento in oggetto risulta simile a livello percettivo o concettuale a un altro, facilitando così un’attribuzione inadeguata.
- Suggestionabilità: è il fenomeno attraverso il quale è favorita la creazione o l’induzione di falsi ricordi attraverso la somministrazione di informazioni, domande o esternazioni secondo specifiche modalità.
- Distorsione: è il processo attraverso il quale le credenze e le convinzioni di uno specifico contesto storico-personale possono modificare i contenuti e le informazioni caratterizzanti il ricordo.
L’ultimo peccato è invece la persistenza, concepibile come l’incapacità di dimenticare o il recupero ricorrente, più o meno dipendente dalla volontà personale, di informazioni che il soggetto desidera tralasciare. Può causare il fenomeno della ruminazione mentale ed essere alla base, data l’alta intrusività, di diversi disturbi psichici.